giovedì 17 dicembre 2009

Notizia inutile del giorno


Notizia inutile del giorno:
Nicole Kidman si presenta sul Red Carpet per la premiere del film Nine, con il trucco sbagliato. Tracce bianche sotto gli occhi, sul naso; le foto e la notizia fanno il giro del mondo. Il Daily Mail titola “Datele uno specchio!”
Riflessioni utili del giorno:
Nicole Kidman già ha le sembianze di un alieno, di una psicopatica e nel migliore dei casi di un serial killer di bambini orfani. Una foto del genere dovrebbe renderla più “umana”, più simile a noi comuni mortali che ci trucchiamo in macchina battendo ogni record mondiale di equilibrismo, trucco creativo e tempo di applicazione del mascara tra un semaforo ed un altro. Perché la Kidman riesce solo a risultare ancora più antipatica?
Che fine faranno i sedici truccatori che l’hanno preparata per questa importantissima serata, lavoro durato minimo sette ore? Verranno bruciati vivi nello studio de Il Brutto Anatroccolo o verranno semplicemente crocefissi in sala mensa e condannati a truccare Platinette?
Perché non si è guardata lei allo specchio prima di uscire?
Ma soprattutto...perché le splendide attrici accanto a lei con abiti perfetti, pettinature scolpite al millimetro, trucco paragonabile ad un’opera d’arte e ghigni sul volto degni di Hannibal Lecter non l’hanno avvisata?
Meditate donne, meditate!
SG

mercoledì 16 dicembre 2009

Viaggiare

Questo verbo rimanda a paesaggi esotici, città cosmopolite o piccoli paesini incantati, avventure, relax, divertimento, a volte lusso....e si dice spesso che è più importante il viaggio del raggiungimento della meta. Uno degli aspetti più interessanti del viaggio è sicuramente il venire a contatto con nuove culture, conoscere persone anche molto distanti da te, confrontarsi, crescere...
Bene, io vorrei parlare dei viaggi in metropolitana ed in generale sugli efficientissimi mezzi pubblici della nostra amata città.
Parlare dei ritardi secolari, delle condizioni igieniche paragonabili alle fogne di Calcutta sarebbe fin troppo semplice, vorrei approfondire un aspetto in particolare: gli incredibili personaggi che li popolano.
Ad esempio i graziosi vecchietti che ti provocano fratture scomposte agli arti inferiori con gli ombrelli. Se piove rischi anche una broncopolmonite acuta, dato che puntualmente ti rovesciano sugli, o peggio negli stivali litri e litri di acqua. Se non piove ti chiedi perché abbiano l’ombrello. E ti chiedi come sia possibile che puntualmente si metta a piovere quando tu hai sfoggiato il tuo nuovo paio di sandali. Credetemi, il numero di Cassandre che se lo portano dietro alle 8 di mattina di una splendida giornata di sole di metà giugno è elevato.
Le scolaresche, comitive di una trentina di bambini sudati che vengono buttati in qualche museo di cui ignorano il nome. Chiunque si sia trovato in una situazione del genere può capire; in caso contrario, non credo si possa immaginare il livello di decibel che la voce “umana” può raggiungere.
Le persone che raccattano avidamente dai cinque ai sei quotidiani (ovviamente perché sono quelli distribuiti gratuitamente, dubito che abbiano mai letto qualcosa di più interessante della mappa della metropolitana), li sfogliano velocemente guardando le figure e poi li buttano per terra o li lasciano sul sedile. Un paio di volte, con l’espressione di un angioletto ho detto “Scusi, ha dimenticato il giornale!”. Sono consapevole di essere passata per l’ennesima volta per una poveretta acida e frustrata, ma la soddisfazione di vedere l’espressione incredula di queste persone non ha prezzo.
E i controllori? Vi siete mai chiesti cosa facciano tutto il giorno chiusi nei loro gabbiotti? La risposta è assolutamente, categoricamente niente.
Vorrei approfittare di questa occasione per mandare un caloroso saluto al controllore che questa mattina mi ha fatto perdere nove preziosissimi minuti della giornata per controllare il MIO biglietto, facendo passare indisturbati quindici beduini che scavalcavano i cancelletti di uscita facendo versi degni del più feroce dei Poltergeist verso l’individuo che con calma e dovizia cercava di capire come avessi fatto a timbrare il biglietto il 15 dicembre del 2099.
E uno forse ancora più affettuoso al controllare al quale ho chiesto quale delle ventisette uscite fosse la più comoda per arrivare in una piazza conosciuta almeno quanto piazza Duomo, che mi risponde infastidito “Signorina, qui giù non mi orizzonto!”
Doveroso chiudere con l’aneddoto della signora in “leggero” sovrappeso incontrata qualche settimana fa; mangiava felice la sua terza schiacciatina pugliese, incurante di sbriciolarmene addosso almeno la metà. Vista la discreta stazza, la signora occupava metà del mio posto a sedere a dopo aver sbuffato ed essermi dimenata per svariati minuti, la perspicace compagna di viaggio mi dice che non è colpa sua se occupa così tanto spazio. La mia risposta è stata ovvia “Se evitasse di mangiare tre schiacciatine unte alle 10 di mattina magari non occuperebbe tre posti!”. La simpatia non è il mio forte e non sono politicamente corretta. Ma lo ammetto, per cinque lunghissimi secondi mi sono sentita un po’ in colpa.

Una parentesi a parte la meriterebbero il viaggiatore (senza distinzione di razza, sesso, religione o ceto sociale)che si mette accanto a te e legge allungando il collo il tuo giornale e l’ormai famigerato individuo che decora muri e cartelloni pubblicitari, insultando Lucifero con creatività, precisione e puntualità. Ormai una certezza che ti strappa un sorriso anche dopo un viaggio della speranza in un venerdì mattina di sciopero (sottolineare che gli scioperi avvengono sempre casualmente il venerdì o al massimo il lunedì, sarebbe francamente come sparare sulla Croce Rossa).

SG

martedì 15 dicembre 2009

MISTERI DELLA TECNOLOGIA

Ora voi dovete sapere che sono una bambina povera. Quindi a casa non ho la connessione. Spesso scrivo documenti, preparo presentazioni, abbozzo post, salvo tutto su chiavetta, e poi pubblico/invio alla prima connessione disponibile. E cosa devo fare/dire/pensare quando salvo su chiavetta e poi…al momento di pubblicare/spedire IL FILE è SCOMPARSO. Ore di lavoro nel cesso. Sì, proprio lì, nel cesso. Ma perché mai??? E giuro che questa volta la mia carente competenza informatica non c’entra. Questa volta il file era lì, salvato, un minuto prima e, un minuto dopo era SCOMPARSO. Non era finito nel cestino, nei documenti, da nessuna parte, solo scomparso!
Poi non devo essere nervosa/nevrastenica/tesa/incazzosa/acida? MA COME SI FA????? Senza contare, ed è questa la vera rogna, che la seconda stesura non sarà mai brillante, ben scritta, SIMPATICA come la prima. Ma porcaccia.
SC

GRAZIE ALFONSO!

Post estemporaneo, telegrafico: IO ADORO ALFONSO SIGNORINI. Grazie Alfonso; grazie per la tua espressione indefinibile, grazie per esserti permesso di sbavare liberamente e di lasciare che il tuo cervello si liquefacesse di fronte alla foto a torso nudo di Cristiano Ronaldo. Grazie, Alfonso!
SC

Perché?

Perché? Ci sono domande immense, enormi, che tutti prima o poi nella vita ci poniamo, ma alle quali difficilmente troviamo risposte. Domande esistenziali, filosofiche, che l’umanità si pone da sempre e per sempre, ontologiche direi.
E allora, perché? Perché tutti conoscono la famosa domanda di Marzullo “si faccia una domanda e si dia una risposta” se le sue trasmissioni vanno in onda a notte fonda? Perché Selvaggia Lucarelli ha incorniciato il suo blog con foto di se stessa scosciata? Perché la Parodi junior non torna in studio a lavorare sul serio invece di passare la vita ai fornelli? Perché suo marito Caressa non la aiuta mai a spadellare?
Perché la Toffanin conduce Verissimo (tra l’altro, complimenti, molto migliorata e quasi simpatica rispetto ai tempi di ullallaulllallaullallalà), pur essendo l’unica al mondo a non sapere che Gisele è l’ex fidanzata di Leo Di Caprio? Perché quando decido di seguire un telefilm, qualsiasi esso sia, viene sistematicamente spostato dalla prima serata al lunedì alle 23.45, poi al martedì alle 22.55 e infine viene trasmesso tutto (nel senso di tutti gli episodi della serie, difilato) nella giornata di Ferragosto? Perché Fiammetta e gli altri tre dementi sono spariti per Natale (per inciso, ringrazio pubblicamente la Tim per averli fatti fuori)?
Perché?


SC

BUON NATALE...

Essendo l’unico membro di questo blog ad apprezzare il Natale, eccomi qui a fare gli onori di casa.
Siamo nel periodo più magico dell’anno, quelle settimane incredibili che precedono in Natale. Soli, ansiosi, preoccupati, insoddisfatti, frustrati, disoccupati, tristi, profondamente angustiati dalle troppe ingiustizie e dai soprusi moderni? Bene, io sono quasi tutte queste cose, e molte altre ancora che vi evito, ma non rinuncio al Natale. Non rinunciamo a goderci le luci, le canzoni, la dolcezza, i pensieri per le persone che amiamo e delle persone che ci amano. Non rinunciamoci perché CE LE MERITIAMO. E allora godiamoci la dolce malinconia di questo periodo sicuramente unico.
SC

PICCOLI CAMPIONI CRESCONO

Di recente mi è capitato di vedere al telegiornale un servizio su una gara di velocità nella scrittura di sms. E, naturalmente, mi è capitato di fare considerazioni poco simpatiche. Innanzitutto sulla tipologia umana che vi ha partecipato con orgoglio (sì, ho visto le interviste ai "campioni" ed era precisamente orgoglio quello che a stento riuscivano a trattenere dichiarando, anche con un po' di emozione, di essere riusciti nell'impresa di scrivere un sms totalmente inutile in 28 secondi!). Il ragazzino che costringe i genitori a centinaia di chilometri di trasferta per non perdersi l'evento e che si sente già un po' divo perché alla sua tenera età certo spera di avere ampi margini di miglioramento nella prestigiosa attività, fa, onestamente, quasi tenerezza. L'adolescente che, come un Totti che ha sbagliato un rigore al 90°, quasi si scusa con il suo pubblico per l'errore che gli è costato 5 secondi di penalità, meriterebbe una scarica di insulti, almeno la sua faccia contrita avrebbe una ragion d'essere assolutamente più dignitosa. Alla leggiadra fanciulla di 100 chili decisamente soddisfatta per il buon risultato ottenuto consiglierei con affetto di provare a velocizzare il metabolismo anziché il movimento convulso delle dita sulla tastiera.

In generale credo di poter dire che il pollice opponibile, soprattutto per coloro per cui rappresenta l'unica vera differenza dai primati, è un vantaggio naturale che andrebbe sfruttato un po' meglio. O, quantomeno, non utilizzato come un flagello contro la lingua italiana che sanguina sotto i colpi di "k", abbreviazioni che sanno di codice fiscale e oblio completo di sintassi, lessico e grammatica.

ST

VOGLIA DI CHIAREZZA

Cerchiamo di mettere le cose in chiaro. La nostra pubblica auto-proclamazione di essere persone antipatiche non è una puerile e meschina tattica per ostentare una superiorità intellettuale e spirituale, una profondità incredibile e folle; non è il classico piccolo modo per affermare una brillantezza fuori dal comune e un acume senza pari. Non è un modo per porci di fronte al mondo come un’élite ristretta composta da super-donne felici di essere raccolte in una torre d’avorio.
Noi non abbiamo bisogno di questi mezzucci. Noi SIAMO intellettualmente e spiritualmente geniali. Noi siamo brillanti e profonde, noi siamo fuori dal comune; noi siamo incredibili e folli; noi possediamo un acume incredibile. E soprattutto, rullo di tamburi, noi ci riteniamo simpaticissime. Il problema nasce dal fatto che il mondo non è per niente d’accordo con noi. Ci addita, ci condanna, demonizzandoci, ghettizzandoci e condannandoci, ripetendoci in continuazione che la simpatia non è il nostro forte.
Chiariamo il concetto: noi non siamo Belpietro, auto-proclamatosi televisivamente l’antipatico per esibire una supponenza intellettuale e culturale; noi non siamo il neo-vincitore di X-Factor, che dichiara di essere antipatico, come facendosi avvolgere da un’aura di mistero-fascino-figaggine (per altro assolutissimamente non necessaria, ce n’è già abbastanza senza stare ad aggiungere!). Noi non siamo, infine, Mister-Mi-Sistemo-Il-Ciuffo-Vittori-Sgarbi, che è antipatico per davvero. Noi crediamo profondamente nella nostra simpatia. Ma nessun altro ci crede. Nella nostra ristretta cerchia di “bollate come antipatiche” ci divertiamo un mondo! Ma il mondo non ci comprende. Noi siamo vittime della società, agnelli sacrificali sull’altare della simpatia, pecore nere per amici, parenti e conoscenti, che ci condannano, ricordandoci troppo spesso quanto siamo antipatiche. Ma noi continuiamo a non farcene una ragione. E così, passiamo giornate intere a chiederci…come è possibile che la simpatia non sia il nostro forte?
SC

giovedì 10 dicembre 2009

le presentazioni...

Tre amiche molto diverse tra loro e al tempo stesso molti simili.
Ad avvicinarle ogni giorno di più, la naturale propensione al sarcasmo, un bel bagaglio di storie personali al limite del paradossale, la passione per la scrittura, una grande dose di autoironia e ovviamente ciò che a detta di alcuni più ci rappresenta: la simpatia non è il nostro forte.
Così un giorno, per caso, ma forse nemmeno tanto per caso, ci è venuta questa idea...senza nemmeno l’ambizione di raggiungere i venticinque lettori di Manzoni (ok l’abbiamo capita in cinque!), un po’ per gioco, un po’ come autoanalisi, un po’ per divertimento...perché se può anche essere vero che a volte non siamo simpaticissime, siamo sicuramente divertenti!